Autoritratto

… farsi un autoritratto, workshop tenuto da Paola Tintinelli

Dal 30 novembre al 3 dicembre (giovedì e venerdì dalle h 18 alle h 22 sabato e domenica dalle h 14 alle h 20)

Quota di partecipazione 150 Euro

È rivolto a: Tutt_ (senza limiti!)

Info e Iscrizioni: info@zonaindipendenteartistica.it +393474534696

Numero massimo di partecipanti: 15

… FARSI UN AUTORITRATTO

Fare un autoritratto è rappresentare sé stessi: di fronte o tre quarti, a corpo intero o frammentato, con o senza messa in scena, da solo o con altri personaggi, senza corpo.

Mostrare non solo l’aspetto, ma anche i sentimenti, la personalità, l’anima del soggetto.

È la conoscenza che abbiamo di noi stessi, il nostro livello di consapevolezza attuale, le credenze riguardo a noi stessi e agli altri, su filtri ed esperienze passate.

Mostrare la maschera che usiamo per relazionarci con la realtà: è ciò che crediamo di essere, ossia tutto ciò che ci dà un senso illusorio di identità.

Un autoritratto è per autoannunciarsi, autocelebrarsi o autodenunciarsi.

È l’ultima foto da mettere sulla propria tomba. 

È porre in evidenza le azioni e le scelte compiute in vita dal sé defunto.

Quando parlo di defunto non intendo fine della vita, ma la fine di un sé definitivamente superato, privo di ogni attualità, validità o efficacia: un sé che si vuole seppellire per rinascere di nuovo.

Quante volte si può fare nel corso di una vita?

Cambiarsi abito, colori, suoni, azioni, sguardi…

cambiare punto di vista…

Noi siamo anche ciò che ascoltiamo, che sentiamo anche se non vorremmo, che leggiamo, che viviamo nel nostro quotidiano, che scegliamo, che subiamo, che falliamo, che…

Qual è la smorfia quotidiana che abbiamo addosso che non ci fa riconoscere allo specchio?

Cosa ci si è attaccato addosso come una sanguisuga e ci nasconde senza che noi ci ribelliamo?

Poeticamente, energicamente, paurosamente, stuzzicandoci, partendo da un particolare che riconosciamo, aborriamo o che amiamo e lo teniamo nascosto per paura o insicurezza…proviamo a farci vedere.

Cosa portare con sé

Chiedo di portare una propria azione scenica della durata massima di 5 minuti per presentarci e lavorare insieme.

Potete portare testi, poesie, fumetti, disegni, ricette, scritti propri, parole sentite che vi sono rimaste impresse, musiche registrate o suonate, rumori fatti o registrati, 

potete portare un pupazzo o un oggetto che vi identifica, una lettura o un’azione fisica o una danza.

Una cosa da cui partire e lavorarci insieme.

L’importante è ascoltarsi, essere ironici, pensare seriamente, liberamente, in leggerezza. giocare con noi stessi, prenderci in giro, farci degli scherzi, degli agguati per sorprenderci.

Buone giornate!

Paola

PAOLA TINTINELLI – Si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, e lavora per qualche anno come illustratrice e creativa per i cartoni animati. Come attrice viene diretta da D. Iodice, Ferlazzo Natoli, M. Buttafava, Claudio Morganti e molti altri. Sue anche le scenografie e i costumi di diversi spettacoli di Teatro Litta MTM, M.P.P. Pagliericci, F. Parenti, G. Ferrau, Walter Leonardi. Nel 2001 fonda con Alberto Astorri la Compagnia ASTORRITINTINELLI con cui inizia un percorso di scrittura scenica dove unisce il lavoro per la scena con il lavoro in scena, dando vita a proprie produzioni tra cui Senza volto studio dedicato a V.Van Gogh, Mac e Beth riscrittura del Macbeth di W. Shakespeare, La ballata di Woizzecco rilettura del Woyzeck di G. Buchner, Tutto il mio folle amore sconcerto poetico in omaggio a Pier Paolo Pasolini, Con tanto amore, Mario nome comune per un uomo comune con vita comune.

*foto di Ilaria Costanzo